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Quali sono i pericoli legati ad un dcpm

Anche altri presenti martedì a Roma, nelle loro interviste rilasciate, parlano di un dpcm come ha ufficialmente comunicato la Nippa e, come appunto sembra, ha indicato il Capo Gabinetto di Gemmato.

Viene, di conseguenza, da chiedersi: prima della fine dell'anno cosa avremo un dpcm, oppure un decreto interministeriale?

La certezza è una: l'ordinanza dell'animalaia Martini se ne andrà in pensione e non sentiremo più parlarne. Difficile, però, che i concetti che dal 2009 (e non dal 2011) vengano completamente ignorati, per cui ci sarà materiale più che sufficiente per Palazzo di poter proporre ricorso al TAR, una strada questa che non piace a Michelotti e a del collo per cui la Nippa non ne farà di nulla.

Torniamo ad analizzare la questione emersa martedì, con il Capo Gabinetto pronto ad affermare che sono ormai maturi per dotare la Nazione di una specifica legge con la quale mettere ordine alle manifestazioni che usano gli equidi, cavalli o asini.

Opportuno ripercorrere tutto l'iter legislativo per essere chiari nel ritenere l'eventuale dpcm un danno irreversibile per Siena, e non, come ha sostenuto la Nippa ed il suo contorno, un passo decisamente in avanti.

Tutto deve partire dall'art. 9 della Costituzione che ha obbligato lo Stato di dotarsi di un'apposita legge per la tutela degli animali. Questa legge è nata nel 2021, allorché, sotto il Governo Draghi,  è nato il 28 febbraio 2021 il decreto legislativo n. 36. In questo decreto, che è legge a tutti gli effetti, c'è l'art. 22 che ha istituito la figura del "cavallo atleta",  e c'è l'art. 24 che regola le manifestazioni che usano i cavalli al di fuori degli ippodromi. Tutto questo materiale è apparso il 24 marzo 2021 per i nostri tre e vi era ben descritta anche la norma che avrebbe sostituito l'ordinanza. Dopo due anni e mezzo di distanza da Sunto ecco che il Governo stabilisce il pensionamento.

Dopo una prima esultanza, gli animalai all'interno del Ministero della Salute iniziano a concentrarsi contro Siena e al Convegno di Verona del novembre 2021, al quale Siena era completamente assente, il direttore dell'Ufficio 6 del Ministero presenta queste due slide: Da queste viene evidenziato che il decreto 36 debba ampliare il suo raggio d'azione proprio contro Siena. La modifica arriva puntuale con il decreto n. 163 del 5 ottobre 2022, proprio come volevano gli animalai.

L'art. 24 farà corpo dell'ordinanza del 2022 e di quest'anno, a dimostrazione della potenza degli uffici presieduti dagli animalai.

Prima della riunione di Roma di martedì scorso, arriva ad arricchire il fascicolo anche il decreto legislativo n. 120 del 29 agosto che modifica l'art. 24 e che prevede esplicitamente che le manifestazioni con l'uso di equidi devono soddisfare le disposizioni di un «decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  o  dall’Autorità  politica delegata in materia di sport, adottato su proposta del Ministro della salute,  di  concerto  con  il   Ministro   dell'agricoltura,   della sovranità alimentare e delle foreste, entro nove mesi dalla data  di entrata in vigore della presente disposizione».

Il riferimento al "decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri" è preciso ed è da ritenere che anche il Capo Ginetto Pinelli a Roma lo abbia richiamato in modo improprio, visto che la volontà è quella di chiudere il discorso prima del 31 dicembre.

Ma con un decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri il discorso non si chiude il 31 dicembre, bensì si inizia un iter infinito pur avendo, per legge, il dpcm una durata di sei mesi che può essere rinnovata solo per altre due volte. Con un dpcm non c'è assolutamente la chiusura dell'argomento come ben puntualizzato dal Capo Gabinetto.

Un decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  è sottoposto, come visto, a limiti temporali ben precisi e, allo stesso tempo, deve "trasformarsi" obbligatoriamente in legge e passare al vaglio delle aule di Camera e Senato.

Ieri abbiamo sostenuto che si debba parlare solo di decreto interministeriale poiché il dpcm (decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri) costituirebbe per Siena, ma anche per il Capo Gabinetto, un colossale boomerang. Spiegamone i motivi.

Ogni decreto  del Presidente del  Consiglio  dei  ministri deve essere convertito prima in decreto legge e dopo in legge. Di questi dpcm l'Italia è venuta a conoscenza nell'era del Covid perché, una volta emanati, entrano immediatamente in vigore senza passare dalle due Camere. Non è questa la sede per rimarcare gli attacchi di Giorgina a Conte sull'uso in zona Covid dei molteplici dpcm; ma è opportuno evidenziare come i dpcm siano strumenti in mano solo del Presidente del consiglio e non di tutto il Consiglio dei Ministri. Si tratta di un semlice atto amministrativo e nella scala legislativa occupa l'ultimo posto, tant'è inaffidabile in un contesto come il nostro.

Viene da chiedersi, di conseguenza, perché usare un dpcm. che poi dovrà modificarsi in decreto legge per trasformarsi, entro 60 giorni, in legge, seguendo appunto l'iter previsto per le leggi ordinarie.

Facile invece ritenere che Giorgina demandi al Ministro dello Sport l'emissione del decreto in concerto con il Ministero della Salute e quello delle Politiche Agricole, i cui uffici sono occupati dagli animalai.

Con un dpcm si innesta la legge; con il decreto la legge c'è già perché prevista dal d.lgs. 120. Perché il Capo Gabinetto abbia parlato di un dpcm è mistero se messo in relazione alla "fretta" di chiudere l'argomento entro la fine dell'anno.

A questo punto però la Nippa deve fare massima attenzione e marcare stretto stretto Michelotti, l'onorevole. Siena, proprio adesso, non può permettersi né che gli animalai si organizzino, né vedersi costretta a riprendere in mano la situazione.

Poi c'è sempre il TAR Lazio, ma questa strada la Nippa non vuole percorrerla perché del collo non sa dove mettere le mani e Michelotti non può avvallare un atto contro il suo Governo.

15 settembre 2023