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Perché solo il Carboni e gli altri no?

Nell'atto redatto da Rosadè, e scarabocchiato con la firma dell'Apostolo, con cui si chiedono le discolpe a Giosuè Carboni si fa un chiaro riferimento addirittura alla visione dei «filmati ufficiali allegati alla redazione dei Deputati e prodotti dal Consorzio per la Tutela del Palio (di seguito il "Filmato" o i "Filmati")».

A parte il fatto che "di seguito" all'atto non si fa mai menzione di "Filmato" o  "Filmati", per cui questa inondazione di spocchiosi termini appare semplicemente ridicola (come lo è l'intera gestione della giustizia paliesca sotto le indicazioni della Nippa), il richiamo alle immagini televisive apre un altro aspetto di grave mancanza sanzionatoria.

Il filmato del Palio fa intravedere che non solo il Carboni è incorso nella violazione del co. 5 dell'articolo 65, con un trotterello, ma ci sono stati altri fantini che hanno commesso la stessa identica infrazione. Si tratta di Enrichetto, probabilmente salvato perché indossava il giubbetto dell'Istrice, e di Caria. Poi ci sono stati altri (Mula, la famigliola Sanna e Putzu) che si sono fermati solo davanti al canape già teso senza essere tornati indietro.

Motivo semplice da porsi: perché solo il Carboni? E perché Rosadè non ha citato nell'atto che era presente un esposto della Tartuca dal quale è subentrata la richiesta delle discolpe?

Se Palazzo ha puntato il dito contro il Carboni, perché gli altri fantini non sono stati "osservati" pur essendo entrati ampiamente nelle immagini televisive?

Certo il Carboni può ritenersi più fotogenico, ma la giustizia paliesca sotto l'accoppiata Nippa-Rosadè è precipitata sempre più nel baratro dell'inaffidabilità.

Al suo sesto Palio la Nippa continua a dimostrare di non avere ancora compreso cosa sia la giustizia paliesca, cosa sia la coerenza delle decisioni, cosa sia la lettura di atti ed immagini televisive.

Il Carboni è responsabile; per gli altri c'è la mano della giustizia interpretata per gli amici.

9 ottobre 2025