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Le sentenze di primo grado una per una Ancora il tondino Le motivazioni scritte da Rosadè per archiviare il tondino, come abbiamo avuto modo di segnalare, sono destituite di ogni fondamento giuridico-paliesco. Ma c'è di più, molto di più. Nell'atto che riguarda la Lupa troviamo i motivi che hanno portato Rosadè ad applicare una legge di Stato in un settore delicato come quello paliesco; ci riferiamo alla consegna da parte di Rosadè della Relazione completa agli interessati. Non aver fatto riferimento, nella prima fase per la richiesta di discolpe, all'esposto dell'Istrice ha creato confusione, ulteriore mancanza di credibilità verso Palazzo e, soprattutto, la cosiddetta ira della Lupa che come Dinopes: «ha altresì eccepito l'inesistenza nella Relazione dei Deputati della Festa di un riferimento alla suddetta condotta nonché la mancata allegazione alla contestazione di addebito dell'enunciazione del fatto dal quale si evince tale condotta». Un'invenzione pura di Rosadè? No, la verità è che non avendo fatto richiamo all'esposto l'Apostolo non poteva confezionare correttamente il plico inoltrato alla Lupa. Ed è così che Rosadè ha rincorso, infrangendo le norme regolamentari, la legge sulla trasparenza amministrativa. Al di là di tutto ciò, Rosadè, nel rispondere al punto sollevato dalla Contrada, ci ha veramente entusiasmato scrivendo: «... ... ... ...». Vale a dire il niente di niente, come se Rosadè si fosse trovato impreparato dalla decisione dell'Apostolo. Non si può continuare a gestire con questa stravagante insurezza aspetti decisamente delicati e collegati ad una "giustizia" che sa di acqua bollita casalinga. Rosadè, dovesse proseguire nel coordinamento paliesco, dovrebbe impegnarsi un po' di più; c'è un inverno pieno per evitare il congelamento. 16 novembre 2024 |
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