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97 o 64: qualunque soluzione è da sputtanamento

E' normale che si commettano errori, perché chi non fa non falla. Ma quando il tempo a disposizione, per evitare gli errori, è abbondante e copre settimane e settimane questi errori si trasformano in vera e propria incuria. Se poi al concetto di "incuria", cui fa rima la cialtroneria, si accoppia quello di amministrazione allora il problema è più ampio e più "rumoroso".

Chiedere addebiti, qualunque essi siano, sostenendo infrazioni in base all'art. 97 è di un'"incuria" stravolgente e significa solamente di essere lontani anni e anni luce dal pianeta Palio; altri che alieni che visitano per la prima volta Piazza del Campo.

In questa settimana Rosadè e Apostolo devono rimediare e la soluzione più ovvia e semplice, come già detto, è quella di fare proprie le discolpe di Lupa e Dinopes e mandarli assolti dall'infrazione del tondino, che doveva essere contestata secondo l'art. 64 facendo parte a tutti gli effetti delle fasi della mossa.

Se Lupa e Dinopes dovessero essere puniti in base al 64 ci sono tutti gli estremi per ricorrere al TAR poiché è vero che Firenze ha detto a Siena "fate quello che volete purché non vengano intralciate le norme che regolano l'amministrazione", ma allorché si contesta un fatto su un preciso articolo e poi lo si punisce con un altro ebbene questo non è lecito e non è un passaggio da "fate come vi pare".

Qualunque soluzione Rosadè e Apostolo vorranno applicare per Lupa e Dinopes è da sputtanamento e Palazzo in una fase così delicata non può certo rischiare ulteriori ondate di polemiche.

La Nippa, obbligata nel suo ruolo a prendere le redini in mano ed a stabilire le sanzioni, non può permettersi il lusso di venire travolta da chi non ha saputo agire nemmeno sotto il profilo legale. Il 97 è molto ben diverso dal 64 nella sostanza e nell'appliczione.

4 novembre 2024