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Far capire alla Procura di Siena cosa sia la salvaguardia del cavallo

Allorché nel 1991 l'allora Sindaco Piccini "inaugurò", assieme al Ministero delle Foreste, il pensionario di Radicondoli, si è andata ad arricchire una nuova visione di salvaguarida del cavallo infortunato in Piazza del Campo. Con il pensionario è cresciuta la sensibilità delle opportune cure.

Da oltre un trentennio Siena si è posta come esempio massimo di tutela equina, ma forse ora è il momento di rivedere certi concetti che si pongono decisamente contro le leggi della natura.

Quimper, uno degli ospiti di Radicondoli, doveva essere accudito a distanza perché nelle sue condizioni fisiche gli altri "ospiti" equini non lo facevano avvicinare ai pasti quotidiani.

La Procura di Siena, che si eccita come Ciampoli quando un cavallo si infortuna sul tufo, dovrebbe essere molto riflessiva e smettere di mandare a giro i Carabinieri forestali nel controllo sia in Clinica che nelle stalle dei fantini di tutti quei cavalli che necessitano di cure anche forzate.

La Procura deve rendersi partecipe che mantenere in vita un cavallo infortunato è un semplice segnale che va contro proprio la natura e le sue leggi. Il cavallo è nato con il solo compito di correre, perché così fugge dai pericoli; se non è in grado di correre non può essere mantenuto in vita.

E' facile per la Procura aprire fascicoli per un effervescente maltrattamento di animali, anche in considerazione delle attività animalaie; ma sarebbe molto più semplice che la stessa Procura non alimentasse i meccanismi che vanno solo contro la natura.

A far capire questi elementari passaggi di salvaguardia del cavallo non può essere certo Ciampoli, che è sempre pronto ad aprire i cancelli della sua clinica (ci mancherebbe altro), ma la Nippa, la quale potrebbe effettivamente ad iniziare a fare il Sindaco paliesco.

18 gennaio 2024