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La Torre è contata più dell'Oca ... che ha vinto solo il Palio

Il Palio, di sicuro, l'ha vinto l'Oca, ma a Palazzo sventola al primo piano la bandiera della Torre. Ancora una volta, come già si era manifestato in occasione dell'era di Brunetto con il "pemersso" concesso a Poloski e Mari di allinearsi al secondo canape, il potere di Salicotto si è fatto vedere in modo concreto.

L'Oca ha senz'altro vinto il Palio, ma essere riusciti ad uscire con il minimo sindacale dall'annata rappresenta per gli habitatori di Salicotto un significativo risultato a conferma delle radici ormai salde e piantate tra i merli di Palazzo.

Non sono più i tempi di Vittorino, squalificato seduta stante in occasione di una prova; qui ci troviamo di fronte ad un costante rafforzamento delle posizioni inalterate da quasi un decennio, come le varie autoambulanze dimostrano. Segni incontroversibili di potere.

Essere squalificati per un solo Palio, con il fantino di riferimento per due, e poi vedere l'Oca con la censura per aver storpiato l'inno è inevitabilmente segno di potere ben consolidato.

Se poi l'Oca vince il Palio, da scossa, può anche essere inquadrato come un oggetto impazzito e, pertanto, sfuggito dal controllo. Cose che capitano anche nelle migliori democrazie.

11 novembre 2023