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Firenze ha sempre comandato sul Palio Tra le numerose sfaccettature, che riguardano il rapporto del Palio con Firenze, ce ne sono alcune che con il concetto di "storia", non hanno alcun tipo di incastro. In modo puerile, i cosiddetti storici improvvisati del XXI secolo ritengono un sacrilegio l'accostamento del Palio con Firenze, specialmente all'indomani dei soldi ricevuti dal bando a cui annualmente Palazzo di iscrive. Ebbene ai fantasiosi e improvvisati storici del XXI secolo occorre far osservare che mai, dall'era primitiva dell'organizzazione del Palio, Siena si è discostata dalle prescrizioni che riceveva da Firenze. Gli stessi bozzetti dei costumi di metà Ottocento dovevano passare dai visti e dalle modifiche di Firenze. Per nonparlare poi dell'autorizzazione a correre il Palio che, in età Granducale, doveva passare prima dal "sì" del Plenipotenziario del Granduca, e poi da quello di Violante (sempre con la targa FI). La presunta ed inventata verginità di Siena paliesca da Firenze è una bufala, che può occupare spazio solo in chi non sa e non è abilitato a sapere. Occorrerà anche tornare, speriamo in modo definitivo, sull'iscrizione del Palio nei due elenchi predisposti dalla Regione Toscana, quindi da Firenze o FI, per far capire agli improvvisati storici del XXI secolo che, senza questi elenchi, il Palio proprio non si potrebbe effettuare, né in Piazza, né alle Fornaci. Forse, però, siamo stanchi nel ribadire le cronologie normative che ci permettono, al momento, di correre il Palio in Piazza. 1 agosto 2023 |
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