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Il Palio verso il Terzo Settore Se De Mossi vorrà evitare di prendere un'altra cenciata, per l'improvvisazione che ha comportato l'iscrizione del Palio in un apposito elenco delle "rievocazioni storiche", dovrà, adesso che la legge regionale è stata scritta nuovamente, far richiesta che il Palio aderisca al Terzo Settore. I passi da compiere sono pochissimi, visto che Palazzo è titolare degli elenchi di tutte le associazioni culturali, di volontariato e di promozione sociale dell'intera Provincia; ed è proprio Palazzo che iscrive, o respinge, le iscrizioni, attualmente ferme a quota 170 solo nel Comune capoluogo. Quindi, De Mossi potrebbe fare poche centinaia di passi per far iscrivere il Palio, quel Palio, negli elenchi del Terzo Settore. Questa è la regola di base e concreta prevista dalla neo-legge n. 27 della Regione. Chi vuole ottenere i finanziamenti regionali deve essere incluso negli elenchi del Terzo Settore, così come prevede il terzo comma dell'art. 3 ed il primo dell'art. 5. Il Palio, e De Mossi, non possono scegliere: devono essere iscritti nel Terzo Settore. Dopotutto, agli inizi De Mossi ha insistito così tanto perché il Palio rientrasse in questi speciali elenchi, non del Terzo Settore ma in quelli previsti per le manifestazioni storiche, ed allora di cosa ci si può meravigliare con le esplosioni di giubilo per l'arrivo dei finanziamenti? Al punto in cui siamo arrivati è necessaria anche la modifica dello Statuto del Comune, poiché la legge regionale prevede che: «Ai fini della presente legge [NdR la 27 del 3 agosto], per associazioni di rievocazione storica s’intendono le associazioni del Terzo settore che hanno per fine statutario la valorizzazione della storia e della cultura materiale e intangibile del proprio territorio, nel rispetto di saperi storici acquisiti e di evidenze documentarie mediante le varie forme di studio, espressione artistica, realizzazione di attività, anche attraverso l’organizzazione o la partecipazione attiva a manifestazioni». Ci siamo. 12 agosto 2021 |
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